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I monoliti

 


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La natura selvaggia dell'Aspromonte ha regalato una collezione di pietre cariche di leggenda, raffiguranti profili di animali fantastici, conferendo alla vallata grecanica un alone magico e misterioso in grado di suscitare emozioni e far galoppare la fantasia.

Qui, una sensazione di quiete e solitudine avvolge i percorsi tortuosi che si inerpicano fino ad un'altezza di oltre 1000mt.


Il silenzio regna sovrano e lo scenario è da favola. E come ogni favola che si rispetti esistono un drago e un cavaliere, anzi un monaco.
Ma partiamo dall’inizio: percorrendo il sentiero si trovano due grossi monoliti, formazioni geologiche naturali che sembrano messe di guardia all’intera vallata: le Caldaie del Latte e la Rocca del Drago.


Le prime somiglianti a degli enormi pentoloni calcarei, la seconda dal profilo aquilino e sinistro in cui l’erosione provocata dagli agenti atmosferici ha scavato due solchi che ricordano veramente gli occhi di un mostro.


I due massi dalla forma bizzarra narrano di una storia fantastica i cui protagonisti sono un drago, un monaco e gli abitanti del paese grecanico. La leggenda narra che la Rocca fosse la dimora, appunto, di un drago, custode di un tesoro, che passava il tempo a terrorizzare gli abitanti della zona: ogni volta che aveva fame se la gente non lo accontentava, dava ordine di portare i bambini al suo cospetto per poi divorarli! Poco più avanti, ovviamente, le Caldaie del latte fungevano da serbatoi da dove gli abitanti prelevavano il nutrimento da offrire al mostro affinché smettesse di cibarsi dei fanciulli e di agitarsi causando veri e propri disastri.

Difatti, secondo un’altra versione, il drago quando era nervoso scuoteva, con i suoi movimenti, la terra provocando frane e alluvioni. Fu l’intervento di un frate di un convento vicino a tenerlo buono per un periodo. Ogni giorno egli si recava dal drago e lo distraeva con una conversazione lasciando così tranquilla la gente del luogo. Ma quando il frate morì il drago tornò alle sue vecchie abitudini.

E gli abitanti piagati dalla violenza e dai continui smottamenti abbandonarono il paese.

Si narra che il drago sia ancora lì, nella sua minacciosa Rocca, che guarda bramoso le vicine caldaie senza poterle raggiungere ed è sempre più triste perché non ha nessuno con cui parlare.

 

Tutta l’area è ammantata di leggenda.

Vieni a visitarla con me??

 

 

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Dott.ssa Caterina Malfarà Sacchini - tel (0039)3477021535e.mail: caterina@calabriaguidaturistica.it

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