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Roghudi


 

Immergendosi nel fascino degli itinerari aspromontani, tra boschi profumati????????????????, profonde gole e limpidi torrenti????, si giunge ad un paesino smarrito nella notte dei tempi: Roghudi, dal greco rhogodes (pieno di crepacci) o da rhekhodes (aspro), uno dei borghi fantasma più affascinanti della Calabria, dove, arroccato su un ciglione a 519 metri di altitudine, un grappolo di case, strette, quasi l’una sull’altra, formano un centro sospeso tra il verde più inaccessibile e misterioso dell’Aspromonte.

Arrivarci non è facile.

L'immagine può contenere: 1 persona, montagna, spazio all'aperto e natura

Abbarbicato su uno sperone roccioso solitario che si erge tra le bianche ghiaie della fiumara Amendolea, quasi completamente secca, Roghudi era sorto intorno al 1050 da alcuni gruppi di pastori nomadi che decisero di insediarvisi e costruirvi le prime abitazioni. Con i dissesti dell’inizio del 1971 i 1650 abitanti del borgo aspromontano dovettero abbandonare le proprie dimore e si sparsero nelle zone limitrofe della provincia di Reggio Calabria. Alcuni, stoici, resistettero, riparando nella frazione di Ghorio di Roghudi (o Chorio – in greco “Paese”), ma presto, con i nuovi smottamenti del 1973, dovettero cedere al volere della natura.


Per arrivare al borgo abbandonato non esistono infatti strade asfaltate; ???????????????? dopo aver percorso la strada provinciale bisogna procedere per stradine accidentate, piene di buche e in preda alla vegetazione.
E quando vi arrivi, provi un misto tra malinconia e inquietudine alla vista di letti????, sedie????, mobili ????e armadi totalmente distrutti ma ancora presenti in molte case, segno di una vita che c’era e che ora non c’è più.


Tra i vicoli muti di Roghudi spirano venti di tempi passati, di vecchie leggende greche che si tramandano tra i più anziani, bambini nella Roghudi che fu, ora lontani dal paese natio.

 

Una piccola curiosità del luogo: ai muri esterni delle abitazioni venivano fissati grossi chiodi a cui venivano legate delle corde, all’altro capo delle funi venivano legati i bambini per le caviglie.

Questa che può sembrare una pratica barbara era invece resa necessaria per evitare che gli stessi cadessero dagli altissimi dirupi presenti in ogni dove,e venne adottata dopo la morte di numerosissimi bambini.
Alcuni giurano che recandosi in quei luoghi, di notte, si possono sentire ancora i loro lamenti salire dai dirupi verso il paese, ma questa è solo leggenda...Forse...

Si racconta anche che si odano le sirene delle Anarade, donne con zoccoli di mulo al posto dei piedi che cercavano di attirare le donne del paese, affinché si recassero al fiume a lavare i panni, con l’intento di ucciderle, così gli uomini del paese potevano accoppiarsi solo con loro. Si racconta che le anarade, per attirare le donne, usavano ogni strategia, come per esempio la trasformazione della voce. Per proteggersi dalle anarade gli abitanti del paese, fecero costruire tre cancelli, collocandoli in tre differenti entrate: uno a “Plachi”,
“uno a Pizzipiruni” e uno ad “Agriddhea”, che in effetti ancora esistono.

Storie e leggende del borgo fantasma di Roghudi, da riscoprire in modo ancor più suggestivo, visitando le sue viuzze e stradine!

Facciamoci insieme una passeggiata!

sarà un'esperienza fantastica...

 

 

 

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