È uno di quei luoghi dove una storia antichissima si intreccia con affascinanti origini leggendarie: si racconta di una regina greca, Oichista, che avrebbe guidato le sue genti sul monte Vùa; lì, sul punto più alto della rocca sovrastante il borgo, ella avrebbe impresso l’impronta del suo piede.
Il nome potrebbe essere una forma latinizzata del termine greco boua (gregge) da bous (bue) perché il luogo era adatto al ricovero dei buoi.

L’arrivo a Bova lascia tutti di stucco. Nello slargo antistante la piazza principale, si eleva a simbolo dell’emigrazione, una maestosa locomotiva a vapore 740 Ansaldo Breda, del 1911, la vaporiera più rappresentativa delle Ferrovie dello Stato. Discretamente conservata, essa simboleggia le ferrovie ed i Bovesi che lavorarono come ferrovieri.
Ogni visitatore s'interroga sulle difficoltà per trasportarla fino al borgo: effettivamente in alcuni punti si è dovuto allargare la carreggiata della strada che porta al paese.

Nel dedalo di viuzze del borgo si snoda il Sentiero della Civiltà Contadina, un museo all'aperto, costituito dai principali strumenti di lavoro della cultura contadina: macine di mulino ad acqua e a trazione manuale, torchi e presse di frantoio, abbeveratoi per animali, palmenti per pigiare l'uva, torchi per estrarre l'essenza di bergamotto e molti altri oggetti appartenenti all'antica civiltà agricola.
Questa originale e autentica esposizione è stata realizzata grazie al contributo di tanti concittadini che hanno messo a disposizione molti degli oggetti installati, attrezzi abbandonati ormai da decenni nelle loro campagne.

L'escursione a Bova diventa così un viaggio nella storia personale di quegli uomini e, allo stesso tempo, nella cultura collettiva di un intero territorio.
È la scoperta di un antico borgo che ha resistito nei secoli alle invasioni delle popolazioni straniere, alle calamità naturali, agli stravolgimenti della modernità e che continua con fierezza e orgoglio a rappresentare un'eccellenza della Calabria e dell'intero Paese!