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BRIGANTAGGIO E BRIGANTI

 

 

 

 

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Il termine “brigante” nel secolo scorso indicava l'appartenenza a una delle numerose bande che, dal 1860 al 1865, dilagarono nel Sud dell'Italia dando vita a quei fenomeni di banditismo sociale e politico classificato dagli storici come "Brigantaggio meridionale".

Ma chi erano i briganti?

Gruppi di malfattori riuniti in una zona delimitata e disciplinati sotto l'autorità di un capo che attentavano con le armi in pugno alle persone e alle proprietà. Razziatori, ladri, delinquenti o, come si direbbe oggi, tutti coloro che agendo al di fuori della legalità appartengono alla cosiddetta malavita organizzata. Anche se i metodi e le “imprese” non differivano da quelli della delinquenza comune, la connessione finiva lì.

Il distacco tra Nord e Sud si era già manifestato in forma gravissima sin dai primi giorni dell'Unità,con un fenomeno che investì l'intero Meridione tra il 1861 e il 1865: il brigantaggio che iniziò storicamente all’indomani della partenza per l’esilio del Re Francesco II di Borbone, avvenuta il 13 febbraio 1861.

Le sue cause erano antiche e profonde, ma la delusione creata dal passaggio garibaldino prima ed all'accentramento amministrativo poi erano i motivi più recenti di questo fenomeno.La situazione si aggravò subito dopo l'unità d'Italia.

In Calabria, Puglia, Campania, Basilicata, bande armate di briganti iniziarono nell'estate del 1861 a rapinare, uccidere, sequestrare, incendiare le proprietà dei nuovi ricchi. Si rifugiavano sulle montagne ed erano protetti e nascosti dai contadini poveri; ma ricevettero aiuto anche dal clero e dagli antichi proprietari di terre che tentavano, per mezzo del brigantaggio, di sollevare le  campagne e far tornare i Borboni.

Ma chi erano i briganti e per che cosa combattevano?

Il grosso delle bande era costituito da braccianti, accanto a loro lottarono anche ex garibaldini sbandati, ex soldati borbonici e numerose donne, audaci e spietate come gli uomini. I briganti non furono “criminali comuni”, come pensò la maggioranza degli italiani, ma un esercito di ribelli.

Lo stato italiano rispose con una vera e propria guerra a questa rivolta sociale conclusasi con la promulgazione della “Legge Pica” che autorizzava lo stato d’assedio nei paesi battuti dai briganti. Senza bisogno di processo si potevano porre agli arresti domiciliari i vagabondi, le persone senza occupazione fissa, i sospetti fiancheggiatori


 

 

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