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Il  Carbone

 

 

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La montagna è l'anima della Calabria; qui si trova quella “libertà dello spirito” che secondo Jules Michelet si avverte solo sulle alture, “dove l'albero piange, sospira e geme con voce umana”. E' il luogo dove ancora oggi “vivono” antichi mestieri, dove la parola tradizione ha ancora un significato ed è una splendida realtà; è il luogo della memoria.

I Carbonai, uomini i cui volti neri, così come il loro dialetto strettissimo, esprimono la loro marcata identità, producono il carbone con una tecnica antichissima che risale, inalterata, ai Fenici. Folletti del bosco, i carbonai svolgono la loro attività all’aperto, in solitudine e quasi in simbiosi con la natura da loro amata e rispettata perché fonte del loro sostentamento; trasmettono una straordinaria energia e un’ineguagliabile dignità, accompagnate da qualche sorriso che si può tradurre in un caloroso benvenuto.

La fase preliminare del loro lavoro consiste nel ripulire un ampio spiazzo vicino alla zona destinata al taglio della legna di cui occorrono sei quintali per ottenere un quintale di carbone; si procede poi a costruire una sorta di cono ammassando sul terreno un primo strato di fogliame secco e rami sottili e un secondo strato costituito da piccoli tronchi per completare infine con una copertura di paglia e terra battuta. Per far sì che vi sia una buona combustione, viene creata alla base della carbonaia (scarazzu) un’apertura ampia attraverso cui dare fuoco alla catasta di legna; a combustione avviata i carbonai riducono l’apertura e, utilizzando dei pali appuntiti, fanno decine di buchi (fumarole) in cima al cono nella terra battuta per consentire la fuoriuscita dei gas e permettere il tiraggio. Il fumo è inizialmente azzurro e non diventa bianco finché la legna non si sia completamente bruciata senza consumarsi. Durante questo lasso di tempo, che dura circa due settimane, i carbonai sorvegliano il fuoco notte e giorno per controllare la cottura e poter spegnere la carbonaia quando necessario chiudendo gli sfiatatoi con terra battuta. Dopo aver lasciato raffreddare il cono, questi singolari abitanti dei boschi lo demoliscono lentamente e con molta attenzione perché non vada perduto alcun pezzo del lucente e profumato carbone, dono delle loro montagne.

I carbonai incarnano con il loro lavoro, la loro cultura, la loro stessa esistenza la memoria della nostra regione, riaffermano con la loro presenza la loro identità che è anche la nostra, rappresentano una linea di continuità fra il nostro passato e il presente. Lavorano circa quindici ore al giorno i carbonai consapevoli di essere testimoni ed eredi di una tradizione millenaria.


 

 

 

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