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La Madonna di Porto a Gimigliano

 

Il Santuario della Madonna di Porto


E’ chiamato “il Santuario della conversione”. La sensazione avvertita al primo impatto dal pellegrino – visitatore è subito quella di trovarsi in un luogo di inconfondibile suggestione, fatta di spiritualità e di pace.

La ridente vallata rimasta incontaminata, caratterizzata dal verde dei boschi circostanti e dallo scorrere lento del fiume Corace, fa da suggestivo scenario all’imponente tempio mariano della Vergine di Costantinopoli. Il Santuario, edificato nel 1947, e recentemente restaurato, sorge a 4 km da Gimigliano, sul luogo dove sorgeva l'antica chiesetta costruita nel 1753. Qui è custodito l’originario cippo murario costruito nel 1753 dal giovane sbandato Pietro Gatto, cui la Madonna era apparsa in sogno convertendolo.

L'origine del culto è legata alla peste che afflisse Sicilia e Calabria nel 1625-26 e ai contemporanei frequenti terremoti e tra le altre costumanze, riconducibili alla tradizione orientale, già alla fine del Settecento, in seguito alla costruzione dell’antico santuario di Porto, si usava precedere, alla festa, la pratica dei Sette Martedì che la precedono (anche in quella circostanza veniva rispettato il digiuno).

Così, attorno a quella sghemba e rozza costruzione, edificata da mani inesperte, si è sviluppata negli anni una crescente partecipazione di fedeli e devoti che hanno fatto del santuario di Porto uno dei più importanti e frequentati luoghi di culto della Calabria. Luogo di approdo dell’anima e dello spirito, tappa secolare di profonda spiritualità e di fede che resiste ai processi di secolarizzazione, meta tradizionale di enormi masse di fedeli che, annualmente, si mettono in cammino per ricercare quel Dio che si nasconde e che fa nascere quella inquietudine esistenziale che è spaesamento.

Nato sotto l’influenza del monachesimo basiliano e dai rapporti con l’Oriente cristiano (ancor prima della nascita del santuario, infatti, a Gimigliano la Madonna era venerata in un’immagine Acheropita del 1626 detta “di Costantinopoli”, oggi custodita nella chiesa matrice del paese), il culto mariano di Gimigliano si è propagato con forza e capacità di penetrazione nel tessuto sociale e religioso diocesano, tali da caratterizzare la storia stessa di intere popolazioni e territori.

La tappa mariana di Gimigliano assomma pertanto alla dimensione spirituale propria dei santuari, la valenza socio-antropologica del culto con la ricchezza e l’autenticità della propria storia e delle proprie tradizioni, nonché con la notevole risorsa rappresentata dagli edifici di culto che fanno riferimento al grande patrimonio dei beni culturali regionali.

 

 

 

 

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