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ITINERARIO PEDONALE – CULTURALE A VIBO VALENTIA

 

Le testimonianze più interessanti dell'antica Hipponion sono concentrate nella parte alta della città di Vibo Valentia. Da lì inizia la passeggiata culturale, intraprendendo un viaggio suggestivo tra storie accadute in epoche diverse. Il centro storico, lungi dall’essere fissato in un periodo preciso, si dipana dall’alto alternando suggestive stradine, palazzi e scalinate; più si scende e più si va avanti nel tempo.

L’antico centro storico è collocato ai piedi del Castello normanno – svevo che, imponente, maestoso e nel contempo elegante, domina l’intera città. La sua costruzione iniziò nel 1074 ad opera di Ruggero il Normanno e continuò con Federico II. Subì, in epoche diverse, una serie di modifiche, trasformazioni, demolizioni, manomissioni, aggiunte, fino ad assumere la forma attuale, mantenendo comunque una sua singolarità, in quell’aguzzo sperone triangolare che, un tempo, serviva da collegamento con la cinta muraria e che, tutt’oggi in piedi, lo fa rassomigliare ad una nave. Il Castello, edificato sul punto più alto della città per motivi difensivi, offre un ampio panorama di terra e di mare.

Recentemente restaurato, oggi ospita il Museo Archeologico Statale di notevole interesse. Inizialmente istituito con donazioni di collezioni private, fu successivamente arricchito grazie al ritrovamento di reperti archeologici provenienti sia dalla greca Hipponion che dalla romana Valentia. Sono esposti reperti di periodi compresi tra la preistoria e la tarda età romana e medievale. Da segnalare la preziosa laminetta aurea con testo orfico, corredo di una tomba del VI secolo a. C., uno dei sei esemplari esistenti al mondo.

Sempre nella parte più alta della città, scendendo dalla via Castello verso Largo S. Antonio, s’erge il Complesso monastico dei Cappuccini, fondato nel 1534, uno dei più grandi conventi con due chiostri ancora esistenti dove è possibile ammirare alcuni lavori in legno finemente intarsiato che rappresentano opere d’arte in stile francescano e di leggiadra fattura barocca.

Nei pressi del Convento si trova l’ingresso per accedere a Villa Gagliardi, villa gentilizia con strutture architettoniche ed artistiche, vegetazione italiana ed alberi secolari.

A ridosso del castello si snodano viuzze ripide e strette, dove si possono cogliere atmosfere e suggestioni ormai scomparse, all’ombra di antichi palazzi signorili (Palazzo Capialbi, Palazzo Cordopatri e Palazzo Romei) con bellissimi portali, di cui si intravedono appena i cortili incantevoli e grazie alle uniche porte urbiche rimaste della Vibo medievale (Porta Conte d’Apice e Arco Marzano o Lamia).

 

Scendendo lungo la suggestiva scalinata ad ampi gradoni (meglio conosciuta come Cerasarella, per la presunta presenza, un tempo, di alberi di ciliegio “cerasi”) si possono scoprire ed apprezzare volgendo lo sguardo da una parte e dall’altra il reticolo di vie intitolate ad artisti monteleonesi del 600 e del 700 su cui sporgono armoniosamente davanzali, balconi e portali in pietra scalpellata. Alla fine della scalinata balza subito agli occhi il maestoso e bellissimo campanile di San Michele con a fianco la relativa Chiesa. Questo tipico esempio di arte rinascimentale, fu realizzato nel 1519 su disegno di B. Peruzzi.

Attraverso l’interessante quartiere federiciano il “Borgonovo”, un labirinto di case, strade e scalinate ripidissime, si giunge alla Chiesa di San Giuseppe, ex Chiesa dei Gesuiti, testimonianza d’arte barocca pura ed armoniosa e risalente ai primi del Settecento. Adiacente alla Chiesa si trova l’ex Collegio dei Gesuiti con il sontuoso portale di gusto autenticamente barocco e sicuramente un raro esemplare in Calabria.

Si giunge, così, su Corso Umberto I, una delle principali arterie della città, lungo la quale si trovano interessanti manufatti architettonici, pubblici e privati, costruiti tra il 500 e l’800 e che sono testimoni del passato del borgo:

  • la Chiesa di Santa Maria di Gesù o La Nova, in Piazza Diaz. Di rilievo il portale, attribuito, secondo alcuni, ad Antonello Gagini;
  • la Chiesa dello Spirito Santo, sconsacrata e chiusa al culto nel 1946. In passato fu Duomo della città e “sedile” dei notabili.
  • Il Palazzo Gagliardi, che comprende due edifici indipendenti, la sfarzosa residenza padronale, ex foresteria e la rappresentanza che nel 1860 ospitò Giuseppe Garibaldi com’è ricordato da una lapide posta sulla facciata.
  • La Chiesa di Santa Maria degli Angeli o del Crocefisso edificata nel 1666 e di notevole interesse per la “Deposizione di Nostro Signore Gesù”, un gruppo di statue scolpito in mistura e posto nell’ampia nicchia dell’Altare Maggiore.

Attraverso una scalinata in pietra si abbandona Corso Umberto I per raggiungere la Chiesa del Rosario, ex tempio del complesso monastico dei PP. Francescani Conventuali, eretto nel 1284 sui resti del teatro greco – romano. Nella Chiesa sono custodite opere di pregevole fattura artistica come le “varette”, capolavoro ligneo composto da sette diverse statue policrome e un bel Cristo Risorto (utilizzate nella processione delle “Vare” durante la Settimana Santa) e una formidabile cappella trecentesca di indubbio valore storico.

Proseguendo lungo la strada che corre a lato della Chiesa si raggiunge la Chiesa di Santa Maria Maggiore e San Leoluca, luogo di culto dedicato al Santo Patrono della città. Costruito tra il 1680 e il 1723 sui resti di due precedenti chiese, è oggi duomo della città. Di notevole interesse sono le “Porte del Tempo”, grande portale in bronzo del calabrese Niglia, che narra la storia della città. L’interno della cattedrale è a tre navate e comprende un Altare Maggiore settecentesco con un gruppo in marmo di Carrara e il trittico in marmo di Antonello Gagini del XVI secolo.

Adiacente al Duomo vi è il Valentianum, complesso monastico del 1455 appartenuto ai frati domenicani. Esso, oggi, ospita un Istituto Scolastico Superiore, un Corso di Laurea Universitario, varie associazioni e il Museo d’Arte sacra che custodisce parte del patrimonio storico-artistico della Chiesa. Vi sono esposte varie opere sacre, arredi religiosi e numerosi dipinti.

A pochi metri dal Duomo, a destra, è possibile ammirare la macchia verde della Villa Comunale, ricca di alberi secolari, e gli antichi Palazzi monumentali D’Alcontres e Di Francia.

La passeggiata culturale si conclude con una visita al Parco delle Rimembranze, così denominato perché ogni albero è dedicato ad un vibonese caduto in guerra. Dal Belvedere si gode una splendida vista sul golfo di Sant’Eufemia ed il suggestivo tramontare del sole sulla bocca dello Stromboli. Si narra che da qui, Garibaldi abbia potuto scorgere l’esercito nemico in rotta sia per mare che per terra. Nel centro del parco si trovano i resti di un tempio dorico (VI-V secolo a. C.) dedicato a Proserpina, dea tutelare degli Ipponiati

 

 

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